sabato 5 dicembre 2009

Una Via Veneto buia...

Una Via Veneto dal cielo nuvoloso.
Una Via Veneto buia, talmente buia che sembra a lutto.
Una Via Veneto, che diresti che c'è un black out. Anche se è giorno, sembra che c'è un black out.
Una Via Veneto, che guardi il cielo e pensi che tra un pò pioverà.
Una Via Veneto brutta. Talmente brutta che ci manca solo che passi qualche "baldracca" a fare lo shopping.
Ma ad un certo punto, è di nuovo luce...
Un'incantevole ragazza di Udine, che scende per la via.
E' sovrappensieri, e dagli occhi un pò spenti.
Ma è bellissima ugualmente.
Che lasceresti davvero tutto, per andare con lei.
Ma che non riesci a fare altro, se non guardare quello spettacolo che ti sta passando davanti.
Completamente perso in quei suoi occhi un pò spenti.
E allora, tutto diventa di poco conto:
quel cielo nuvoloso;
il buio di quella via che sembra a lutto;
le "baldracche" intente a fare spese;
la pioggia che...chissenefregasemibagno;
Non conta più niente ormai.
Niente, tranne...
un'incantevole ragazza di Udine, che scende per la via.
E' una ragazza bellissima.
Sovrappensieri e dagli occhi un pò spenti.
Ma pur sempre bellissima.

venerdì 31 ottobre 2008

Napoli ha perso uno dei suoi figli prediletti

Napoli ha perso uno dei suoi figli prediletti.
Detta così, sembrerebbe rivolta a Roberto Saviano.
Lo scrittore di Gomorra alcuni giorni fa ha manifestato l’intenzione di abbandonare l’Italia.
E giù a proclami: raccolte firme in favore di Saviano, gruppi su facebook, e tantissimi giornali a dedicargli la prima pagina.
Ma stavolta, no. Questa frase non è dedicata a lui.
Napoli ha perso uno dei suoi figli prediletti.
E questo figlio prediletto,stavolta, è un altro 28enne. Non è Saviano.
Lucio P. se n’è andato via. Ha abbandonato Napoli.
Manco fosse un “africano metropolitano”, ha deciso che vivrà in un “altopiano” nella periferia “di Milano” (non me ne vogliano “La Scelta”, ma le case del centro costano troppo, e Lucio non se le può permettere!).
Lucio P. si è trasferito a Milano.
Napoli ha perso uno dei suoi figli prediletti.
Nessuno ha raccolto firme in favore di Lucio, per farlo restare. Pare anzi, che già da anni fossero stati costituiti dei comitati (gli antesignani dei “gazebo” di Forza Italia) che raccoglievano firme, appositamente per cacciarlo. E una firmetta l’ho messa anche io…
Stessa indifferenza dal popolo di facebook: a Lucio, nessuno gli ha dedicato un gruppo! Ad essere onesti, se ne fossimo stati capaci, lo avremmo fatto. E il titolo sarebbe stato: “L’Italia agli italiani e Lucio P. fuori dall’Italia”.
Per non parlare poi dei giornali: ce ne fosse stato almeno uno (ci saremmo accontentati anche solo di un giornale locale) a dedicargli un misero trafiletto!
Persino noi, suoi amici da una vita, abbiamo appreso la notizia per caso…
Manco a potergli organizzare la festa d’addio (con spranghe e bastoni).
Napoli ha perso uno dei suoi figli prediletti.
Uno che appena il Napoli vinceva una partita nel precampionato, già si cuciva lo scudetto sulla maglietta. E l’ultima volta che lo fece, una decina d’anni fa, il Napoli retrocesse in B.
Uno che si era iscritto a scuola di mimo. Ma da lì lo cacciarono perché dicevano che parlava.
Ma Lucio non era uno che faceva solo parole.
Perché, diciamocela tutta, caro Saviano: chi non sarebbe capace di scrivere un libro in cui si denunciano le responsabilità della Camorra, anche sullo smaltimento dei rifiuti?
Ma la verità è un’altra. E cioè che in pochi fanno qualcosa di veramente concreto per risolvere il problema dell’immondizia a Napoli.
Lucio lo ha fatto: da quando se n’è andato lui, per le strade di Napoli, c'è un sacco d’immondizia in meno (un sacco bello grosso, e per di più deambulante! Se tutta l'immondizia di Napoli facesse come lui, quella città diventerebbe davvero pulitissima...).
Napoli ha perso uno dei suoi figli prediletti.
E non è la solita fuga di cervelli. Perché Lucio, il cervello non ce l’aveva, non ce l’ha mai avuto. Lui del cervello non sapeva proprio che farsene.
Lui le cose complicate, non le voleva, non lo riguardavano. Lui era uno semplice.
Lo facevi contento con poco: la partita di beach volley alle sei della sera (se eravamo stanchi, al limite si ripiegava sul “sette si schiaccia”), l’uscita “per fare la pizza” (che gliel’avrò detto almeno una ventina di volte, che io la pizza non l’andavo a fare – mica so’ un cuoco – ma andavo a mangiarmela), e la passeggiata in piazzetta dopo cena.
Ed era uno che sugli spalti, non aveva nulla da invidiare a “il ragazzo della curva B”: Lucio P. era un esempio di fair-play!
Quando allo stadio gli urlavano “forza Vesuvio” o “Lavali col foco”, non se la prendeva: l’eruzione non sarebbe mai arrivata fino al Vomero, lui era salvo comunque!
E quindi, sempre forza Napoli. Forza il sole, il mare, la pizza, il Vesuvio (che se tanto erutta, a Lucio non lo piglia), il mandolino e … la “monnezza”.
Si, pure forza “monnezza”, perché anche quella è di Napoli. E quindi forza anche a lei! E caro Lucio, dimmi: anche forza disoccupazione?
Napoli ha perso uno dei suoi figli prediletti.
E chi se ne frega del piccolo” napoletano del Vomero? “Chi se ne fotte di questo"Lucio P.? "Adesso fate una cosa: spegnetela pure questa radio. Voltatevi pure dall’altra parte, tanto si sa come vanno a finire queste cose. Si sa che niente può cambiare…
E allora, cara Napoli, “nun fa la stupida stasera”: tieniti pure il tuo sole, il tuo mare, la tua pizza, il tuo Vesuvio (che se erutta, tanto a Lucio non lo beccavi prima, figurati adesso che sta a Milano), la tua monnezza. Tieniti pure la tua disoccupazione.
Ma ricordati sempre una cosa:
Napoli, hai perso uno dei tuoi figli prediletti!!!
...e nemmeno te ne sei accorta...

domenica 5 ottobre 2008

L'homo ridens

Mi ritorna in mente un insegnamento della mia Prof. di lettere del liceo: i classici vanno sempre studiati, perchè ci aiutano a capire l'animo umano. Cambiano i tempi, ma l'animo umano è sempre lo stesso, immutabile, sempre mosso dalle stesse passioni.
I sentimenti che proviamo noi, sono gli stessi che provavano anche gli antichi romani... siamo insomma "solo la copia di mille riassunti" (Samuele Bersani...chi è più classico di lui?).
Va da sè, che le nostre ansie, i nostri problemi, già sono stati affrontati precedentemente da altri. Che sono stati talmente bravi da formulare delle soluzioni, e generosi da metterle per iscritto, ad uso e consumo dei posteri!
Ecco perchè dobbiamo soffermarci sui classici: corsi e ricorsi storici, tutto è già accaduto, tutto è già stato risolto...e addirittura messo per iscritto! E allora, vogliamo andare a vedere quanto meno che soluzione è stata proposta?
Cari lettori, voi vi sareste fatti convincere da questa motivazione?
Io a quei tempi non l'avevo bevuta.
La Prof. mica era scema: aveva notato che ogni volta che attaccava a spiegare Catullo, la classe si esibiva in scene di "straordinaria" follia, che prima o poi sarebbero culminate in un suicidio collettivo.
E così, ecco che cercava scappatoie: problemi di cuore (e chi non ne ha, a 16 anni!)? Non serve rivolgersi a Stranamore (All you need is Love), leggete Catullo, troverete la soluzione!!!
Che poi, a dire il vero, se leggevi Catullo, potevi trarne un unico insegnamento: le corna non hanno nè spazio, nè tempo.
Altro che immutabilità dell'animo umano!!!
Ma devo dire, che dopo quello che ho visto alcuni giorni fà, mi sono ricreduto.
I classici, qualche cosa l'azzeccavano...
Un detto su tutti: Risum abundat in ore stultorum (il riso abbonda sulla bocca degli stolti)...
Vero, verissimo...
L'altro giorno ho incontrato un homo ridens, e devo dire che era proprio uno "stultus".
Ma concentriamoci un attimo sulla definizione!
Dicesi homo ridens, colui che quando parlano gli altri, non riesce propio a trattenere ridolini di scherno. Si comporta così per darsi un tono: l'homo ridens infatti è presuntuoso e snob (nell'accezione latina del termine, e cioè "sine nobilitate").
Poi appena è il suo turno di parlare, reclama tutta l'attenzione possibile, per poi rivelarsi un vero e proprio bluf: appena apre bocca, da sfoggio di tutta la sua ignoranza e infimità!
Ok, ma quali sono i rimedi contro l'homo ridens? Come ci si comporta al suo cospetto?
Mi sono ricordato dell'insegnamento della Prof. e ho cercato "rifugio" nei classici.
C'è un passo del Satyricon di Petronio, nel quale uno dei personaggi si trova a "fronteggiare" un homo ridens...vediamo cosa gli dice:
"Che c'è da ridere, deficiente? ... Una testa di rapa che sbeffeggia gli altri! Un vagabondo, un brutto ceffo che non vale il suo piscio. Insomma, se gli orino addosso non sa nemmeno darsela a gambe. Maledetta miseria, non sono mica uno che si incazza facile, ma la gente molle se la mangiano i vermi! E ride, lui! Ma che avrà mai da ridere?" (Satyricon, 57).
Evidentemente, non solo l'animo umano è immutabile, non solo i sentimenti sono sempre gli stessi, e le corna non hanno limiti nè di spazio nè di tempo.
Anche l'homo ridens è sempre esistito!
E sono sempre esistite anche le parole con le quali invitarlo a star zitto.
Già E-S-I-S-T-E-V-A-N-O, bisognava solo andarle a cercare!
Morale della favola: se incontrate un homo ridens, armatevi di Satyricon!
Recitategli quei versi che vi ho indicato con la stessa solennità con la quale si declama la formula di un potentissimo incantesimo!
Non vi illudete: non c'è magia che possa far cambiare testa al Ridolino!
Ma volete mettere la soddisfazione...

venerdì 12 settembre 2008

Bitch on the bitch...

Qui in Italia va tutto a puttane.
E allora, hanno pensato davvero che fosse necessario il ddl Carfagna: così in Italia non va più a puttane niente!
"Siamo un paese solido", ha detto Silvio...
Niente più prostitute per le strade. Nè in generale in luogo aperto al pubblico.
Se così è, possono continuare ad esercitare quelle signorine che agiscono in luogo pubblico, ma al chiuso, tipo la Gregoraci e la Monsè, che "lavoravano" alla Farnesina.
Il che mi sembra pure giusto: se bloccano la prostituzione all'interno delle Istituzioni, come fa Silvio a far cadere il prossimo governo di sinistra?
Ma il fatto che il ddl porti il nome della Carfagna, ha davvero del comico!
Prima dell'estate, si vociferava che da intecettazioni (protamente distrutte) di telefonate intercorse tra la Carfagna e Berlusconi, fosse emerso che la Ministra, avesse praticato del sesso orale all'uccello del Cavaliere.
E il Ministero delle Pari Opportunità fosse il compenso per il servizio reso (bè, se la deve cavare bene con i volatili)!
Sicuramente sono voci di maligni.
Ma se così non fosse, ritorniamo al solito problema italiano: il conflitto di interessi!
Con questa legge, la Carfagna, che ha licenziato il ddl, potrebbe continuare ad esercitare.
Con l'uccello del Premier o con altri uccelli!
Ma vabbè, direte voi...è facile ascoltare i maligni.
Quelli che dicono cattiverie su quella povera ragazza.
Paladina della Pari Opportunità...
...ma anche dei camionisti!
Il calendario della Carfagna, dopo la sua nomina a Ministra, ha fatto il giro del mondo.
E, come al solito, ci hanno preso per il culo!
Ma ci sentiamo di spezzare una lancia in favore della paladina del volatile.
La politica era davvero il suo destino! Come non notare la spinta democratica che ha animato le sue iniziative "editoriali"? Se con il vostro uccello non ci gioca la Carfagna, lei vi mette a disposizione gli strumenti per giocarci, sempre, anche da soli!
Questa si che è democrazia!
Ma allora...
allora...
cos'è quella dichiarazione della Ministra?
"Provo orrore per chi vende il proprio corpo".
Ma perchè, la Carfagna che faceva? Posare nuda per un calendario, non è vendere il proprio corpo?
L'unica differenza è che chi lo vende per strada, guadagna pochi spicci, chi lo vende su un calendario, invece, guadagna bene.
E nel caso della Carfagna, col calendario, è pure riuscita a diventare Ministro....
Più proficuo e orribile di questo!?!?!

giovedì 28 agosto 2008

Supereroi?

Ammaliato dal richiamo delle Sirene (sempre loro di mezzo) sono andato alla ricerca del mio "quarto d'ora di celebrità" su Facebook. Inutile dire che non l'ho trovato: Facebook non fa per me! E allora, eccomi di nuovo qui, dopo tanto, troppo, tempo.
Ricomincio da qui.
A volte penso che per superare difficoltà insormontabili, dovrei essere un Supereroe. Tipo Batman o Superman.
Bella la vita del Supereroe! Ti fai i cavoli tuoi, e poi, ad una certa, quando vedi il segnale proveniente dalla Torre di Gotham, ti metti la calzamaglia, e sfrecci a tutta birra sulla Bat-mobile. Oppure, avvistato un pericolo, da dentro una cabina del telefono, ti tiri via giacca e cravatta, e spunta la tua "ESSE" sul petto.
Ma siamo davvero sicuri che questi Supereroi, calati nella nostra quotidianità continuerebbero ad essere "Super", o quanto meno "Eroi"?
Batman, al posto mio, avrebbe poco da fare il fico. Roma non è come Gotham City: qui rimarrebbe bloccato nel traffico della tangenziale, dovrebbe rispettare i limiti di velocità, i semafori, stare attento a non incappare in qualche ZTL (io mi sa che l'altro giorno ho pure preso una multa)... Batman, a Roma, non sfreccerebbe!
Probabilmente, dopo un paio d'ore preferirebbe prendere la metro (proprio come me) o, al limite, venderebbe la Bat mobile per comprarsi un Bat-motorino !
Superman, sarebbe peggio ancora. Lui la macchina non ce l'ha, visto che (ma non lo dite in giro) l'hanno bocciato ben 5 volte all'esame di guida. Alla fine ha deciso che sarebbe stato più facile imparare a volare. Ma con i tempi che corrono, Clark Kent, regolarmente iscritto all'albo dei giornalisti, non se la passerebbe bene! Avrebbe un lavoro precario, che lo impegnerebbe 25 ore al giorno, con una paga da fame. Gli passerebbe la voglia di volare da un capo all'altro della città a cattuare malviventi..
E allora, se neanche un Supereroe saprebbe fare meglio di me, è meglio che la smetto di pensare e che inizio ad impegnarmi per superare tutte quelle difficoltà che al momento mi sembrano insormontabili!
D'altronde, di questo avviso era anche Julio Velasco, quando nel 1995 andò ospite alla trasmissione "il Laureato", condotta da Chiambretti e Paolo Rossi.
Rivolgendosi ad una platea di giovani universitari, consigliò ai presenti di porsi sempre degli obiettivi irraggiungibili. E di lottare giorno e notte per realizzarli. "Vedrete" - disse - "che così facendo realizzerete tutti i vostri sogni, anche quelli che vi sembrano più irrealizzabili".
E allora, mi preparo a lottare di giorno e di notte.
Ringrazio tutte le persone che in mia assenza sono passate a far visita a questo blog.
Vi lascio con il video di "Win in the end", tratto da uno dei miei film preferiti di quando ero piccolo:"Teen- Wolf" (in italiano, "Voglia di vincere").
I'm gonna win in the end!

mercoledì 16 luglio 2008

Al Billionaire non hanno la biblioteca. Aiutiamoli!

Cari riders della blogsfera, sono qui per darvi una notizia sensazionale, di quelle che ti stacchi la lingua così poi nemmeno puoi leccarti le ferite (Pali e Dispari): è estate, riapre il Billionaire di Flavio Briatore!!!
Che culo, direte voi!!!
Non sono mai stato troppo mondano. Fino a qualche anno fa, nemmeno sapevo cosa fosse il Billionaire, nè avrei voluto saperlo.
Ma mi incuriosì molto una dichiarazione di Diliberto, il quale intervistato dalla Bignardi disse che lui al Billionaire ci sarebbe andato, caso mai, imbottito di tritolo...
E che sarà mai, una nuova intifada contro il Billionaire? Tutta questa importanza!!!
Ma non finisce qui, visto che alcuni giorni prima sui giornali era apparsa una dichiarazione di un ex Ministro, Giovanna Melandri, la quale in una sua dichiarazione aveva negato di aver mai messo piede al Billionaire. La Melandri al Billionaire? Roba da querela!!!
E invece no, visto che la ex Ministra fu smentita da una foto apparsa su vari giornali, che la ritraevano mentre faceva un "balletto" nel locale di Briatore.
Evidentemente c'è una certa interscambiabilità dei ruoli, tra Ministra e ballerina: la Melandri, Minista, fa il balletto da Briatore. La Carfagna, ballerina (e calendarina) fa la Ministra nel Governo Berlusconi. Tutto torna, no?
Quando ho saputo della Melandri, mi sono cadure le braccia e ho pensato che fosse il caso che si ritirasse a vita privata. Mi ricordo che in una edizione del Grande Fratello, la Melandri aveva fatto recapitare dentro la casa dei libri, per ovviare alla vergognosa ignoranza dei concorrenti.
E tra Grande Fratello e Billionaire c'è una linea di continuità che fa paura: il target è lo stesso.
Pura apparenza, esteriorità senza contenuti, spreco, ignoranza.
E allora, perchè non recapitare (non dico il tritolo alla Diliberto) ma quanto meno dei libri al Billionaire?
Lancio una proposta a tutti i (pochi) lettori di questo blog, ma nella speranza che anche altre persone vorranno partecipare all'iniziativa: creiamo la biblioteca del Billionaire!!!
Ho fatto un giro sul sito del locale: hanno il ristorante, la disconteca, ma la biblioteca, no!!!
Allora, la proposta sarebbe questa: scrivete una mail al Billionaire è consigliate l'acquisto di un libro (possibilmente il vostro libro preferito). Ciò servirà ad ovviare (seppur solo in parte) al bassissimo livello culturale di gran parte della clientela del locale (ricordiamoci che ricchezza spesso non fa rima con cultura...e infatti Briatore non mi sembra uno scienziato), e soprattutto a far sì che la prossima volta che la Melandri vi si recherà, non sia costretta a cimentarsi in balletti (per quello preferiamo la Carfagna) ma possa rifugiarsi in biblioteca. Mandate la mail al seguente indirizzo: nicola.parente@billionairelife.com (è l'indirizzo e-mail segnalato per i contatti).
Allora, vogliamo dare una mano a Briatore a creare una biblioteca per i suoi clienti?
Ps: io sono indeciso se consigliargli "Il Conte di Montecristo" o "Oceano Mare". Ci penserò nei prossimi giorni e poi manderò la mail. Voi che libri consigliereste?

lunedì 7 luglio 2008

L'uscita perfetta

Da una puntata di Zelig di qualche anno fa, avevo tratto un insegnamento davvero prezioso. Un comico, di cui non ricordo il nome, rivelò che per uscire la sera - e rimorchiare tante tipe - l'ideale era essere in tre.
Se esci da solo, infatti, le ragazze pensano che sei uno sfigato. E quindi non combini niente.
Se esci in due, pensano che siete due omosessuali. E, di nuovo, non combini niente.
Invece se si esce in tre, cambia tutto: infatti le ragazze rimangono spiazzate, non se l'aspettano, sono addirittura incuriosite: "quelli sono in tre!!! Non è uno e quindi non è uno sfigato, non sono in due, quindi non sono omosessuali... ma allora, cosa sono? Andiamo, andiamo!!!".
Insomma, volete rimorchiare? Cari ragazzi, uscite a gruppi di tre!
E così ho fatto la scorsa domenica sera. Sono andato con due miei amici a Trastevere. Uscita in tre, tre ragazzi diretti a Trastevere. Bè, meglio di così...
Ma giunto sul posto, e resomi conto, visto l'andazzo, che non avremmo fatto colpo su nessuna tipa, mi sono ricordato della parte finale dell'insegnamento del comico di Zelig: non serve uscire in tre, se dei tre, due sono omosessuali, e l'altro è uno sfigato.
Mentre mi sovveniva questo monito terribile, ho fissato i miei compagni di uscita. E non ho potuto non notare che effettivamente, una retro-espressione da omosessuali, ce l'avevano.
Vuoi vedere che le ragazze di Trastevere, li stanno scambiando per due omosessuali?
E se loro sono gli omosessuali, io chi sono, lo sfigato? No, no, questo no, la faccia da sfigato non ce l'ho io, assolutamente...la faccia da sfigato ce l'ha.... ce l'ha....
ecco, quello del tavolino accanto! Quello ha veramente la faccia da sfigato!
Per un attimo, la visione di quello che stava al tavolino accanto mi ha tranquillizzato: quello ha la faccia da sfigato, non io!
(anche se, a pensarci bene, per trovare un prototipo di sfigato non c'era bisogno di gettare l'occhio al tavolino accanto! I miei compagni di uscita, oltre alla faccia da froci, avevano anche la faccia da sfigati...e come puoi pensare di andare al rimorchio con tali esseri bi-fronti!!!)
Ma la cosa che è degna di nota, è che anche quello che stava al tavolino accanto, lo sfigato, applicava la "regola del 3", visto che era in compagnia di altre due persone.
Due froci? NOOOOOOOO!!!!
Due STRAFICHE!!!
Quello, con la faccia da sfigato, stava in compagnia di due strafiche, io invece in compagnia di due omosessuali!
E che ci fa quello in compagnia di quelle due? Dovremmo fare a scambio di tavolino, io e lui...così, tanto per ricreare la situazione oggetto del monito del comico: l'uscita in tre, dove due sono froci, e il terzo è uno sfigato! Lui starebbe benissimo al mio posto!
Invece no. Io mi sono dovuto tenere i due omosessuali. Lui, lo sfigato, le due strafiche!
Manco a parlarne di uno scambio in un'ottica redistributiva: io ti do un gay (tanto ne ho uno di riserva), tu mi dai una strafica (tanto ne hai un'atra).
Morale della favola: se vuoi due strafiche, assumi un'espressione da sfigato...
E in ogni caso non portarti appresso due omosessuali che c'hanno la faccia da sfigati. In tal caso, meglio uscire da solo!